Introduzione di Tiziana Arnaboldi
Mi é stato affidato un compito arduo, una sfida che ho accettato posizionando uno sguardo aperto, apertissimo, spalancato e libero di andare.
Credo che la voce di un poeta rappresenta un ritorno all’essenza di quel pensiero fragile e leggero, capace però di provocare fulminanti riflessioni e analisi.
Alberto giudice severo, preciso, ma con una caratteristica che lo contraddistingue : il sapere giudicare in silenzio, in modo elegante, senza ferire ma appoggiando uno sguardo critico e restando aperto a pensieri, sensazioni, emozioni che Claudine attraverso le poesie gli ha suggerito : come un poeta sereno, che sta bene nella propria pelle.
Alberto, fa scivolare le parole sulla certezza per incontrare l’incertezza, per inseguire con più verità quella metafora, quella luce evocativa che sta immaginando mentre risponde a Claudine.
Leggendo le sue risposte, il “mio” pensiero si appoggia sul filosofo Platone, il quale riusciva a unire in un stretto rapporto, bellezza, amore e felicità.
Sento in Alberto la necessità, il desiderio di unire e giocare con il gesto e la parola. per farli dialogare tra loro, come esperienza diretta, immediata, naturale, organica, un raccontare per immagini il gioco dell’esistenza.
Lotta per far sì che gesto e parola non abbiano a dissociarsi. Viaggiano e convivono in piena armonia nella gioia e nella tristezza, nella felicità e nel dolore, nel dramma e nell’ironia.
Penso che il gesto rappresenti la nostra impronta, esperienza fisica che sperimentiamo tutti i giorni, nelle nostre attività quotidiane, così come la parola rappresenta la nostra impronta mentale nei confronti delle cose e degli altri. Un gesto e una parola che ci differenziano dagli altri, in quanto unici, irrepetibili.
Che bellezza !
Leggendo la « condanna » che detta e dirige quel giudice severo, sento i ritmi che impone a parole, versi, quasi per gioco, con la forza e la determinazione di volerli destrutturare per farli viaggiare liberi, penetrando segreti e intimità che il corpo nasconde, per cogliere paure e incertezze che il corpo svela: un continuo indagare nel profondo per scoprire l’autenticità come via verso la verità.
È un viaggio oltre i confini dell’interiore coscienza per recuperare l’altro se stesso.